Commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti
Alla Camera è stato approvato all’umanimità il decreto che
istituisce la Commissione d’inchiesta sui rifiuti. «È un segnale molto
positivo per il paese – il commento di Ermete Realacci, Presidente dell'VIII
Commissione della Camera (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) – Ora
bisogna valorizzare il lavoro comune e non disperdere quanto fatto nella passata
legislatura, soprattutto per quel che riguarda le norme in campo penale per non
abbassare la guardia sui business illegali».
«Il ruolo svolto dalla Commissione d'inchiesta – prosegue Realacci –
è fondamentale per accendere i riflettori su una vera e propria piaga che
affligge il paese e avviare importanti azioni di repressione nei confronti dei
traffici illeciti di rifiuti, terreno d'azione delle ecomafie, business
milionario che ormai interessa non solo le regioni del Mezzogiorno, ma per mezzo
di network illegali gestisce rotte che attraversano il Paese in tutte le
direzioni, adeguandole a seconda delle esigenze e delle opportunità».
«È una notizia più che positiva per continuare a contrastare le
ecomafie e raggiungere presto l’obiettivo: l’introduzione del delitto
ambientale nel codice penale». Così Roberto Della Seta, presidente di
Legambiente accoglie l’approvazione della Commissione d’inchiesta sul ciclo
dei rifiuti. «Il business del traffico illecito di rifiuti – continua Della
Seta – è in costante crescita: il fatturato dai 4 miliardi di euro del 2004
è arrivato ai 5 miliardi di euro del 2005. La diffusione e la gravità dei
traffici e degli smaltimenti illeciti di rifiuti, richiede il potenziamento
delle strutture tecnico-scientifiche d’indagine, valorizzando le risorse già
esistenti e fornendo nuovi strumenti nel codice penale». L’aumento del giro
d’affari coincide, probabilmente non in maniera casuale, con l’incremento
sia del numero di reati relativi ai fenomeni di smaltimento illecito (il 16% in
più rispetto al 2004), sia del numero di operazioni giudiziarie e di arresti
effettuati per i traffici illegali: nel solo 2005 ne sono state effettuate dalle
forze dell’ordine ben 21, con 180 ordinanze di custodia cautelare e 125 società
coinvolte.
7 luglio 2006