Il Presidente della Repubblica ha rinviato al Governo il Decreto sulla legge
delega in materia ambientale.
Il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera al Ministro dell'Ambiente
perché chiarisca alcuni punti del decreto legislativo di attuazione della delega
ambientale (Testo unico ambiente).
Per oggi pomeriggio e' previsto un incontro a Palazzo Chigi tra Matteoli e lo
staff legislativo del Ministero e della presidenza del Consiglio dei Ministri. I
chiarimenti richiesti dal Quirinale riguarderebbero i rilievi già mossi dalle
regioni che hanno preannunciato ricorso alla Corte costituzionale. Un altro
aspetto riguarderebbe il mancato passaggio del testo al Consiglio di Stato. Il
provvedimento, che è un decreto legislativo e non una legge, non può essere
rispedito alle Camere, ne' vale, ai fini della decadenza del testo, il periodo
di 30 giorni per la sua promulgazione. Il Quirinale dunque potrà scegliere di
recepire le indicazioni del ministero dell'ambiente promulgando il testo anche
in un termine successivo a quello prescritto per le leggi o, nell'ipotesi
contraria, non firmare il provvedimento attendendo la sua scadenza naturale
prevista per luglio prossimo.
In questi mesi le osservazioni della Legambiente e delle altre associazioni
Ambientaliste sono state sistematicamente ignorate dal Parlamento e dal Governo.
Ad ora non si conoscono ancora le motivazioni con cui il Capo dello Stato ha
sostanziato l'atto di rinvio ma questo può avvenire per motivi di ordine
costituzionale, intendendo con questo anche il problema delle competenze tra
Stato e Regioni, di obblighi internazionali che il nostro Paese ha (e quindi
anche il corretto recepimento delle direttive comunitarie) e la copertura
finanziaria. Quindi quantomeno uno di questi elementi ha pregiudicato la firma
della legge delega sull'ambiente da parte del Capo dello Stato.
Infatti riteniamo che le scelte nei vari comparti siano viziate da
un'impostazione sbagliata che viola le direttive comunitarie che si dichiara di
voler recepire. La legge Delega di fatto sottrae milioni di tonnellate di
rifiuti alla disciplina comunitaria che diventano facilmente smaltiti in modo
illegale, indebolisce la procedura di danno ambientale e annulla la
partecipazione delle associazioni ambientaliste ai processi per i reati
ambientali; rende meno certi e cogenti gli interventi di bonifica dei siti
industriali inquinati; stabilisce procedure che rendono impossibile il
raggiungimento degli obiettivi di qualità per le acque stabilite dall'Unione
Europea; crea un procedimento di valutazione ambientale strategica (Vas) a valle
dei piani o dei programmi e non, come richiesto contestuale alla decisione di
questi e trasforma la Via in un passaggio burocratico svuotandola di ogni potere
di controllo e diniego.
Tutto questo senza considerare il conflitto di competenze che le Regioni hanno
eccepito o le carenti coperture economiche che sono state da più parti
osservate, su tutti questi temi il Governo era stato avvisato, non solo dalle
associazioni ambientaliste, ma anche dalla Conferenza Stato-Regioni da numerosi
organi istituzionali, non ultimi gli uffici del ministero dell'Economia.
Il Governo però ha scelto di andare avanti contro tutto e contro tutti, anche
contro il mondo scientifico che si era mobilitato con centinaia di docenti
indirizzando proprio al Governo e al Capo dello Stato un accorato appello che
vedeva fra i primi firmatari Rita Levi Montalcini e Salvatore Settis.
Legge delega ambientale
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Il Presidente della Repubblica ha rinviato al Governo il Decreto sulla legge delega in materia ambientale.
Il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera al Ministro dell'Ambiente perché chiarisca alcuni punti del decreto legislativo di attuazione della delega ambientale (Testo unico ambiente).
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