Beni culturali.Uscita dal territorio nazionale
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Corte costituzionale n.160 del 31 ottobre 2025
Oggetto: Beni culturali - Uscita dal territorio nazionale - Previsione che consente all’ufficio di esportazione della Soprintendenza, all’atto di ricezione della autodichiarazione finalizzata al trasferimento di opera all’estero, di avviare il procedimento di dichiarazione dell’interesse culturale di cui all’art. 14 del d.lgs. n. 42 del 2004, solo nell’ipotesi in cui la medesima ricada nella fattispecie ex art. 10, c. 3, lett. d-bis), del medesimo decreto legislativo (vale a dire "le cose, a chiunque appartenenti, che presentano un interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico eccezionale per l’integrità e la completezza del patrimonio culturale della Nazione") e non anche nelle altre ipotesi di cui all’art. 10, c. 3, del d.lgs. n. 42 del 2004 - Denunciata disciplina manifestamente irragionevole visto il confronto con gli artt. 13, c. 1, e 65, c. 1, del medesimo decreto legislativo i quali operano un richiamo omnicomprensivo al c. 3 dell’art. 10 del d.lgs. n. 42 del 2004, senza enucleare un regime differenziato per la fattispecie di cui alla lett. d-bis) del c. 3 dell’art. 10 di tale decreto legislativo - Normativa illogica che dà luogo a una disparità di trattamento - Assenza di una ragione per la quale, a fronte del medesimo concreto valore del bene, il suo regime di tutela dipenda esclusivamente dalla circostanza se sia stato o meno attivato il procedimento semplificato ex c. 4-bis del citato art. 65 - Introduzione di un novella legislativa che travalica la sua finalità di semplificazione procedimentale, divenendo strumento di parziale liberalizzazione del settore - Detrimento del primario bene costituzionale dell’integrità della cultura - Violazione del patrimonio storico e artistico della Nazione.
Dispositivo: non fondatezza nei sensi di cui in motivazione - inammissibilità
Urbanistica.Articolo 94-bis TUE
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Cass. Sez. III n. 34295 del 21 ottobre 2025 (UP 24 set 2025)
Pres. Ramacci Rel. Mengoni Ric. Montefusco
Urbanistica.Articolo 94-bis TUE
La disposizione di cui all'art. 94-bis, d.P.R. n. 380 del 2001 non deroga all'obbligo di dare preavviso scritto allo sportello unico comunale, limitandosi a prevedere una semplificazione amministrativa per le opere di scarsa rilevanza e non pericolose per la pubblica incolumità.
Urbanistica.Accesso ai titoli edilizi
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 7675 del 1 ottobre 2025
Urbanistica.Accesso ai titoli edilizi
L’ordinamento giuridico stabilisce un obbligo di pubblicazione dei titoli edilizi e una sorta di dovere di controllo (sociale) sull’attività edilizia nell’ambito del territorio comunale. Il regime di pubblicità dei titoli edilizi è funzionale a consentire a qualsiasi soggetto interessato di visionare gli atti del procedimento, in ragione di quel controllo “diffuso” sull’attività edilizia che il legislatore ha inteso garantire; i titoli edilizi sono, infatti, atti pubblici, in relazione ai quali il titolare del titolo abilitativo non può opporre un diritto di riservatezza; al proprietario del fondo limitrofo a quello interessato da nuove opere spetta il diritto di accesso a tutti gli atti abilitativi edilizi, quando si faccia valere l’interesse ad accertare il rispetto delle previsioni urbanistiche, trattandosi di posizione qualificata e differenziata e non meramente emulativa o preordinata ad un controllo generalizzato dell’azione amministrativa
Ambiente in genere.L’errore nella misura, l’errore nella norma: la trap-line come fattore di collasso epistemico e processuale nel diritto penale della pesca
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L’errore nella misura, l’errore nella norma: la trap-line come fattore di collasso epistemico e processuale nel diritto penale della pesca
di Daniela MAINENTI
Urbanistica.Doppia conformità e varianti
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Cass. Sez. III n. 34292 del 21 ottobre 2025 (UP 10 lug 2025)
Pres. Ramacci Rel. Andronio Ric. Lamberti
Urbanistica.Doppia conformità e varianti
Il principio di doppia conformità, alla base della sanatoria edilizia (di cui all'art. 36 del d.P.R. n. 380 del 2001), implica l'identità delle opere al momento della loro realizzazione e al momento della richiesta di sanatoria e, perciò, non trova applicazione per le varianti, le quali, per definizione, implicano un mutamento dell'opera edilizia da realizzare, rispetto a quanto assentito con l'originario permesso di costruire.
Urbanistica.La mini-sanatoria edilizia introdotta dal Decreto Salva Casa e le criticità applicative
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La mini-sanatoria edilizia introdotta dal Decreto-Legge 29 maggio 2024, n. 69 (cd. Decreto Salva Casa), convertito con modificazioni dalla Legge 24 luglio 2024, n. 105 e le criticità applicative
di Antonio VERDEROSA
- Urbanistica.Sanzione pecuniaria per mancata demolizione
- Alimenti.Procedura estintiva delle contravvenzioni alimentari: le prime risposte della Cassazione
- Urbanistica.Destinazione delle aree effettuata in sede di pianificazione urbanistica e destinazione d’uso degli immobili
- Urbanistica.Acquisizione dell'immobile al patrimonio del Comune e demolizione
- Ambiente in genere. Promozione dell’efficienza energetica
- Beni ambientali.Limiti all'accertamento postumo di compatibilità paesaggistica
- Urbanistica.Sanatoria condizionata
- Elettrosmog.Illegittimità di divieti generalizzati di installazione delle stazioni radio base
- Rifiuti.Spedizione
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