Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente  
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente  
Nell'area dedicata alla rivista è scaricabile l'ultimo fascicolo pubblicato
 Consiglio di Stato Sez. VI n. 3665 del 10 maggio 2021
Consiglio di Stato Sez. VI n. 3665 del 10 maggio 2021
Urbanistica.Destinazione d’uso di un immobile
La destinazione d’uso è oggettiva, cioè riferita alla tipologia di attività generalmente ammissibile, non meramente soggettiva, in base alla tipologia di soggetti coinvolti
 TAR Sicilia (CT) Sez. I n. 1082 del  8 aprile 2021
TAR Sicilia (CT) Sez. I n. 1082 del  8 aprile 2021
Ambiente in genere. ZPS, SIC e aree protette
Le ZPS -insieme ai SIC -costituiscono la Rete Natura 2000 concepita ai fini  della  tutela  della  biodiversità  europea  attraverso  la  conservazione  degli  habitat  naturali  e  delle  specie  animali  e vegetali  di  interesse  comunitario.  Le  ZPS,  non  sono  aree  protette  nel  senso  tradizionale  e  non  rientrano  nella  legge quadro sulle aree protette n. 394/91, sono previste e regolamentate dalla direttiva comunitaria 79/409 "Uccelli", recepita dall'Italia  dalla  legge  sulla  caccia  n.  157/92,  obiettivo  della  direttiva  è  la  "conservazione  di  tutte  le  specie  di  uccelli viventi  naturalmente  allo stato  selvatico",  che  viene  raggiunta  non  soltanto  attraverso  la  tutela  delle  popolazioni  ma anche proteggendo i loro habitat naturali, con la designazione delle Zone di protezione speciale. L’individuazione e la delimitazione dei SIC e delle ZPS avviene sulla base di regole  procedurali  del  tutto  peculiari e la  delimitazione  dei  siti  e  delle  zone  in  questione  non  risulta disciplinata dalla normativa in tema di predisposizione dell’elenco ufficiale delle aree naturali protette di cui alla l. 394 del 1991. Al riguardo, se per un verso è possibile che una ZPS ricada all’interno di un’area naturale protetta ai sensi della l. 394, cit., per altro verso tale considerazione conferma e non esclude la diversità ontologica che caratterizza  le  due  figure
 Cass. Sez. III n. 13263 del 9 aprile 2021 (UP 10 feb 2021)
Cass. Sez. III n. 13263 del 9 aprile 2021 (UP 10 feb 2021)
Pres. Lapalorcia Est. Reynaud Ric. Volpi 
Urbanistica.Rimozione delle opere abusive e applicazione art. 131-bis cp  
Pur essendo vero che per la valutazione sulla particolare tenuità dell’offesa di cui all’art. 131 bis cod. pen. non è del tutto indifferente considerare se, e fino a quando, perdurino le conseguenze lesive di un reato permanente, da un lato va ribadito che per tale giudizio occorre innanzitutto esaminare l’oggettiva gravità del danno arrecato all’interesse protetto al momento della consumazione del reato, d’altro lato non può appunto attribuirsi valore positivo ad una condotta riparatrice non immediata e, soprattutto, non spontanea, ma imposta sotto minaccia dell’applicazione di ulteriori sanzioni, anche gravi (si allude all’acquisizione gratuita dell’area interessata al patrimonio comunale, ai sensi dell’art. 31, comma 3, d.P.R. 380/2001).
 TAR Lombardia (MI) Sez. III n. 896 del 7 aprile 2021
TAR Lombardia (MI) Sez. III n. 896 del 7 aprile 2021
Ambiente in genere.VAS e modifiche minori
Nell’art 6, comma 3, del D.Lgs. 03/04/2006, n. 152, s’individuano le ipotesi sottratte alla VAS, dando alternativamente rilievo all’incidenza del piano su «piccole aree a livello locale», ovvero, alla circostanza che si tratti «modifiche minori» del piano medesimo. Trattandosi di condizioni da leggersi come alternative fra loro e non come cumulative, se ne ricava che, così come l’incidenza su un’area geograficamente ristretta non esclude la VAS, qualora il piano è valutato come idoneo a produrre impatti significativi sull’ambiente, per converso, anche una modifica di piano che abbracci un ambito esteso può non essere assoggettata a VAS, ove da essa non conseguano impatti significativi sull’ambiente. L’aggettivo «minori», riferito alle modifiche di piano, per assumere un significato utile e non essere relegato al rango di inutile doppione dell’altra previsione, concernente i piani che interessano piccole aree, quindi, non può che riferirsi a qualcosa di diverso dall’ambito geografico o territoriale di riferimento. Ne consegue che, “le modifiche minori” non sono tali perché riferite ad una porzione limitata di territorio, ma in quanto, lungi dal porsi come un rifacimento del piano, ne modificano soltanto alcuni aspetti, senza produrre sulle componenti ambientali conseguenze eccedenti quelle già investigate nella procedura di VAS svolta per il piano originario
 Fanghi da depurazione in agricoltura, nessuna transizione ecologica
Fanghi da depurazione in agricoltura, nessuna transizione ecologica
di Gianfranco AMENDOLA
 Cass. Sez. III n. 13817 del 14 aprile 2021 (UP 5 feb 2021)
Cass. Sez. III n. 13817 del 14 aprile 2021 (UP 5 feb 2021)
Pres. Andreazza Est. Scarcella Ric. Pascariello 
Rifiuti.Reato e violazione amministrativa
Le peculiari qualifiche soggettive rivestono nell'ambito della fattispecie di cui al D.lgs. n. 152 del 2006, art. 256, il ruolo di elemento specializzante rispetto alla ipotesi di cui al precedente art. 255, comma 1, che, peraltro, si apre proprio con la clausola di riserva "fatto salvo quanto disposto dall'art. 256, comma 2". In altri termini, qualora la condotta tipizzata venga posta in essere da soggetto qualificato, il giudice dovrà procedere all'applicazione della norma penale avente carattere di specialità rispetto a quella che prevede l'illecito amministrativo - infliggendo la sanzione penale alternativa dell'ammenda o dell'arresto, se trattasi di rifiuti non pericolosi, o congiuntamente se trattasi di rifiuti pericolosi. Tuttavia, tale differenziazione non va vista solo con riferimento al soggetto che compie materialmente l’atto, ma deve essere valutata anche la natura realmente domestica o meno dei rifiuti abbandonati. La ratio del diverso trattamento riservato alla medesima condotta, secondo l’autore della violazione, è evidentemente fondata su una presunzione di minore incidenza sull’ambiente dell’abbandono posto in essere da soggetti che non svolgono attività imprenditoriale o di gestione di enti, ed in particolare la norma in questione è finalizzata ad: «impedire ogni rischio di inquinamento derivante da attività idonee a produrre rifiuti con una certa continuità, escluse perciò solo quelle del privato, che si limiti a smaltire i propri rifiuti al di fuori di qualsiasi intento economico».
Pagina 433 di 683