TAR Campania (NA) sez. VIII n. 1139 del 27 febbraio 2009
Beni ambientali. Laghi naturali e artificiali

In tema di beni ambientali l’uso della generica locuzione "laghi" depone per la possibile rilevanza di ogni bene che rappresenti le caratteristiche proprie della particolare unità geografica, come tale individuabile, a prescindere dalla sua origine. In altri termini ed a migliore specificazione, appare ragionevole ritenere che la tutela dell’interesse paesaggistico sia stato dal Legislatore ricondotto, non solo ai “laghi naturali” ma a tutte quelle realtà geografiche le quali, secondo la letteratura scientifica siano qualificabili, appunto, come “laghi”, quindi anche a quelle riconducibili alla nozione di “laghi artificiali”.
REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania

(Sezione Ottava)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso n. 2590 dell’anno 2008, proposto dalla I.M.A.T. S.r.l. - Italian Maritime Academy Technologies, con sede in Napoli, in persona del Presidente del Consiglio di Amministrazione e legale rappresentante pro tempore, dott. Mario Mattioli, rappresentato e difeso dall’avvocato Enrico Soprano, domiciliata in Napoli, alla via G. Melisurgo, n. 4;


contro

Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Caserta e Benevento, in persona dei rispettivi legali rappresentanti pro tempore, rappresentati e difesi dall’Avvocatura dello Stato;
comune di Castel Volturno, in persona del legale rappresentante pro tempore, n.c.;


per l’annullamento, previa sospensiva

a) del decreto del Sopraintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Caserta e Benevento del 29.01.2008, successivamente notificato, con il quale è stato disposto l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata alla I.M.A.T. S.r.l. in data 4.12.2007, dal Dirigente dell’Ufficio Edilizia Privata del Comune di Castel Volturno; b) ove necessario e per quanto di ragione, della predetta autorizzazione paesaggistica del 4.12.2007, nonché del parere, da questa presupposto, reso dalla Commissione per i Beni Ambientali, Paesaggistici, Storici e Culturali del Comune di Castel Volturno con verbale n. 6 del 15.11.2007 e del pedissequo atto dirigenziale di recepimento; c) di tutti gli atti presupposti, preparatori, conseguenti e comunque connessi;

per la condanna delle Autorità ministeriali intimate al risarcimento dei danni prodotti alla società ricorrente per effetto dell’adozione dell’impugnato decreto del 29.1.2008, da quantificarsi in corso di causa, anche tenendo conto degli ingenti costi sostenuti dalla I.M.A.T. per la realizzazione dell’intervento in contestazione e pari.




Visto il ricorso con i relativi allegati.

Visto l’atto di costituzione in giudizio del Ministero Beni Attività Culturali, Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Caserta e Benevento.

Viste le memorie difensive.

Visti tutti gli atti della causa.

Relatore nell’udienza pubblica del giorno 26/01/2009 il dott. Santino Scudeller e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale.

Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.




FATTO

1 La ricorrente, con atto notificato il 23 aprile 2008, depositato il 7 maggio 2008, espone:

[a] di aver acquistato, in comune di Castel Volturno, un fondo avente superficie pari a mq. 85.472 circa, per realizzare un centro di formazione ed addestramento di ufficiali di marina;

[b] che su detto fondo insiste uno specchio di acqua originato per cause naturali costituente una cava abusiva, sì come certificato dalle ordinanze del Presidente della G.R. - di sospensione della coltivazione e di irrogazione della sanzione amministrativa ex articolo 28 della L.R. 54/1985 - e dalla scheda di rilevamento del commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti, Bonifiche e Tutela delle Acque;

[c] che ha presentato richiesta di permesso a costruire di un complesso edilizio composto da tre fabbricati da destinare ad attività formativa, alla produzione di beni e servizi ed allo svolgimento delle connesse attività di ricerca, complesso localizzato all’esterno della fascia di rispetto (150 metri) dalla sponda del fiume Volturno e dimensionato - per come attestato dal responsabile del competente ufficio comunale - nel rispetto della normativa urbanistica regionale applicabile;

[d] che il Dirigente dell’Ufficio Edilizia Privata del comune di Castel Volturno ha rilasciato, previo avviso della competente commissione edilizia integrata, autorizzazione paesaggistica del 4.12.2007 di seguito annullata con decreto del Sopraintendente per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropolo-gico delle Province di Caserta e Benevento del 29.01.2008.

1.1 Ciò posto impugna tutti gli atti in epigrafe indicati, deducendo: violazione e falsa ap-plicazione degli articoli 134, 142, 143 e 146 del D. Lgs. 22.01.2004, n. 42 - violazione dell’articolo 42 della Costituzione - carenza di potere - eccesso di potere per falsità dei presupposti e travisamento dei fatti - violazione dell’articolo 97 della Costituzione - difetto di istruttoria e sviamento - incompetenza - violazione e falsa applicazione degli articoli 146 e 159 del D. Lgs. 22.01.2004, n. 42 - violazione e falsa applicazione degli articoli 12 e ss. Del D.P.R. 6.06.2001, n. 380, 4 della L.R. 20.03.1982, n. 17, 44 della L.R. 22.12.2004, n. 16 - difetto di istruttoria ed illogicità - violazione dell’articolo 7 e ss. della L. 7.08.1990, n. 241 - violazione del giusto proce-dimento.

2 La ricorrente ha poi versato documentazione (20 maggio 2008) e memoria conclusiva (2 ottobre 2008).

3 L’Avvocatura dello Stato si è costituita con atto di stile depositato il 20 maggio 2008; ha quindi versato (2 ottobre 2008) succinta relazione dell’amministrazione.

4 Con ordinanza n. 771 del 6 novembre 2008 la Sezione ha disposto incombenti per l’acquisizione di copia:

[a] della documentazione, ivi inclusa la cd. relazione paesaggistica, prodotta dalla ricorrente ed esaminata dalle competenti autorità comunali correlata alla valutazione del profilo implicato dai provvedimenti qui impugnati;

[b] della documentazione nella quale si è sostanziato l’esame istruttorio compiuto dalla sopraintendenza, sì come indicato nel decreto di annullamento;

[c] di attestazione, adeguatamente certificata, del dirigente del competente ufficio comunale relativa alla comunicazione, alla I.M.A.T. S.r.l., della nota prot. n. 51982 del 4.12.2007 di trasmissione alla sopraintendenza, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, della documentazione per il prescritto riesame;

[d] di ogni altra documentazione utile ai fini del decidere.

4.1 Il comune di Castel Volturno e la Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Caserta e Benevento hanno depositato documentazione rispettivamente in data 16 e 24 dicembre 2008.

5 La ricorrente, con memoria notificata in data 14/15 gennaio 2009 - depositata il successivo 20 -, ha ulteriormente argomentato le originarie censure.

6 Alla pubblica udienza del 26 gennaio 2009, il ricorso è stato chiamato e, dopo la discussione, è stato introdotto per la decisione.

DIRITTO

1 La I.M.A.T. S.r.l. - Italian Maritime Academy Technologies - impugna l’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica adottata in sede delegata e la stessa autorizzazione in quanto ritenuta non dovuta. A sostegno della proposta domanda ha dedotto che: [a] i provvedimenti impugnati ed in particolare l’annullamento tutorio, sarebbero illegittimi ricadendo il progettato intervento in area non vincolata, sia perché non vi è alcun atto istitutivo del vincolo, sia perchè non si è in presenza di un lago originato da cause naturali, ma di un riempimento con acqua di una cava dismessa e a suo tempo abusivamente coltivata, quindi non sussimibile nell’articolo 142, comma 1, lettera b) del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42; [b] la tutela di cui all’articolo 142 citato non riguarderebbe poi i laghi artificiali, sempre che detta cava rientri tra questi ultimi, il che renderebbe anche irrilevante il richiamo allo stato attuale della stessa; nello specifico il richiamato ripopolamento sarebbe contrastato dalla perizia in atti, nel mentre la valutazione stessa poi si collocherebbe oltre l’ambito considerato dal comune ai fini della tutela paesaggistica ed integrerebbe, illegittimamente, un’indebita considerazione dei profili urbanistici; [c] non sarebbe stata infine recapitata la nota comunale di trasmissione dell’autorizzazione alla sopraintendenza, con conseguente violazione delle garanzie partecipative, secondo quanto richiesto dall’articolo 159 del D. Lgs. menzionato. Siffatte argomentazioni sono state ulteriormente illustrate con memoria, anche notificata, correlata alla documentazione acquisita ad esito dei disposti incombenti.

2 Ai fini dell’esame della proposta domanda, occorre preliminarmente rilevare come il conseguimento dell’autorizzazione paesistica, preordinata all’esecuzione dell’intervento edilizio, origina da un procedimento unico ed unitario, nel quale confluisce la preliminare valutazione dell’autorità delegata o sub - delegata valutazione che, ove favorevole, implica il necessario coinvolgimento, nei tempi e con l’osservanza delle prescritte garanzie, dell’autorità statale deputata al riesame dei contenuti dell’autorizzazione. Con il che vuole significarsi che nella vicenda, non si può procedere ad una preliminare ed isolata valutazione dell’autorizzazione rilasciata dal comune, ritenuta come detto non dovuta, in quanto appunto, ai fini della sussistenza del vincolo prima e della sua corretta gestione poi, occorre necessariamente riferirsi agli esiti delle valutazioni compiute in tutte le fasi del procedimento implicato.

3 Come anticipato, la tesi della ricorrente si fonda sull’assunto dell’inesistenza di un vincolo, sia perché mancherebbe l’atto istitutivo, sia perché detta cava non sarebbe collocabile nella nozione di cui all’articolo 142, comma 1, lettera b) del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. Per tale norma “1. Sono in ogni modo di interesse paesaggistico e sono sottoposti alle disposizioni di questo Titolo: b) i territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;”. Dalla riprodotta disposizione si ricava che oggetto della tutela è il “lago” ed “i territori contermini”; pertanto l’individuazione dell’esistenza o meno del primo costituisce operazione logicamente preliminare per la delimitazione oggettiva di un vincolo, imposto ope legis, riferibile ad una dimensione e/o elemento geograficamente unitario e paesisticamente connotato. Ciò posto, deve essere evidenziato che l’uso della generica locuzione (laghi) depone per la possibile rilevanza, ai fini de quibus, di ogni bene che rappresenti le caratteristiche proprie della particolare unità geografica, come tale individuabile, a prescindere dalla sua origine. In altri termini ed a migliore specificazione, appare ragionevole ritenere che la tutela dell’interesse paesaggistico sia stato dal Legislatore ricondotto, non solo ai “laghi naturali” ma a tutte quelle realtà geografiche le quali, secondo la letteratura scientifica siano qualificabili, appunto, come “laghi”, quindi anche a quelle riconducibili alla nozione di “laghi artificiali”. Con il che deve escludersi ad avviso del Collegio che una classificazione rapportata all’evento, geologico o meno, responsabile della formazione possa di per sé introdurre una diversificazione quanto ad insorgenza del vincolo, ben potendo quest’ultimo interessare non solo un “lago naturale”, ma anche un “lago artificiale” quale prodotto dell’attività umana di modifica del territorio. Ciò detto, una simile ricostruzione tuttavia presuppone in ogni caso il preliminare riscontro dell’esistenza di un “lago” e tanto alla stregua, in via esemplificativa, dell’accertamento dei caratteri idrografici dello specchio acqueo interessato, aspetto questo ancor più rilevante in tema di possibile configurabilità di un “lago artificiale” suscettivo di essere oggetto del vincolo diversamente da quanto potrà avvenire, ad esempio, per uno stagno o per un cd. “lago effimero”, riconducibili geograficamente a modeste depressioni territoriali di scarsa profondità, costituite da acque meteoriche.

4 Siffatte indicazioni vanno ora recuperate alla vicenda in esame nella quale riveste particolare importanza, anche ai fini della verifica dell’esistenza delle condizioni di annullabilità degli atti impugnati, la ricostruzione, alla luce degli atti acquisiti in sede istruttoria, degli accertamenti effettuati. In via preliminare ed in disparte quanto su indicato, occorre rimarcare che l’assunto della ricorrente sull’inconfigurabilità, nel caso, di un “lago” riposa su una relazione di parte che non può essere favorevolmente valutata in quanto fondata su un testo normativo non pertinente (allegato 1 al D. Lgs. 152 del 11 maggio 1999) e che in ogni caso presuppone che sia già stata risolta la questione principale relativa, appunto, all’esistenza o meno di un bene vincolato e quindi da tutelare. La stessa ha poi prodotto la scheda, compilata ai sensi dell’articolo 11 OPCM 3100/2000 e dell’Ordinanza Commissariale 220/2002 dal Commissario di Governo per l’Emergenza Rifiuti, Bonifiche e Tutela delle Acque, di rilevamento di una “cava a fossa” descritta a pagina 9 come “lago o stagno”. Dalla documentazione prodotta dal comune ed in special modo dai pareri espressi dall’apposita commissione, non emerge alcuna indicazione sul tema. Ad analoghe conclusioni si perviene esaminando quanto prodotto dall’autorità statale, perchè: [a] la relazione preliminare istruttoria reca solo una sommaria descrizione del tipo di intervento progettato; [b] la relazione - nota prot. n. 26269 del 10 dicembre 2008 - predisposta in prossimità dell’udienza di trattazione, dopo aver richiamato che negli atti stessi di parte si fa più volte riferimento alla nozione di “lago”, evidenzia con riferimento a quest’ultimo che: (*) “Le sue dimensioni (vedere: allegato 2) sono tali da giustificare l’uso del termine “lago”; (*) “lo “specchio d’acqua” è da ritenersi “oramai naturalizzato” ( … ), esso è da ritenersi sottoposto al dettato dell’art. 142, comma 1, lettera b)”.

5 Dalla riproduzione degli elementi acquisiti si ricava che l’amministrazione non ha compiuto alcuna indagine in esito alla configurabilità di un bene come tale assoggettabile a tutela nei termini di cui alla norma indicata e per come interpretata. Sul punto ed in via preliminare, l’indefettibilità della fase istruttoria presupposta e la conseguente verificabilità di essa, escludono che, nel caso, possa esser accordato decisivo rilievo alle espressioni rinvenibili nella documentazione a corredo dell’istanza di permesso a costruire. Per altro verso, la stessa ricorrente ha prodotto documentazione a sostegno del proprio assunto che, pur se inerente ad altri aspetti, offre comunque un elemento atto a contrastare l’indimostrata affermazione dell’esistenza di un lago quindi di un bene soggetto a tutela. In conclusione può affermarsi che gli esiti contestati si fondano su valutazioni non precedute da un’adeguata e completa istruttoria e che quanto successivamente rappresentato non è parimenti in grado di supportare motivatamente gli stessi. Il che ha poi evidente ed ulteriore rilievo quanto al potere giurisdizionale qui implicato perché, a fronte di un’attività discrezionale, il giudice può non accedere alla richiesta caducazione solo ove “l’amministrazione dimostri in giudizio che il contenuto del provvedimento non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato.”. Ora se può affermarsi, da un lato, la connotazione discrezionale del potere di controllo di legittimità dell’autorizzazione e, dall’altro, l’inidoneità ai fini che interessano della documentazione in atti, da tanto emerge la rilevanza e la fondatezza anche della dedotta violazione dell’articolo 159 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, non essendo stata acquisita, ad esito della richiamata ordinanza istruttoria, la certificazione attestante l’invio ricettizio alla I.M.A.T. della nota di trasmissione della documentazione alla sopraintendenza, adempimento imposto e valido ai fini della comunicazione dell’avvio dell’ulteriore fase procedimentale.

6 Il ricorso va quindi accolto nei sensi di cui in motivazione, con assorbimento di ogni altra doglianza. Va invece respinta la contestuale domanda risarcitoria perché genericamente dedotta, non argomentata e comunque non provata in tutti i suoi elementi costitutivi. Le spese di giudizio seguono, come di regola, la soccombenza per quanto in dispositivo indicato e liquidato.

P.Q.M.

il Tribunale Amministrativo Regionale per la Campania Napoli - Sezione Ottava - accoglie il ricorso in epigrafe e, per l’effetto, annulla il decreto della Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Caserta e Benevento.

Condanna la Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio, per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico delle Province di Caserta e Benevento al pagamento delle spese di giudizio che liquida in complessivi € 1.500,00 (millecinquecento,00); compensa nei confronti del comune di Castel Volturno.

Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall’autorità amministrativa.

Così deciso in Napoli nella camera di consiglio del giorno 26 gennaio 2009 con l’intervento dei Magistrati:



Evasio Speranza, Presidente

Santino Scudeller, Consigliere, Estensore

Carlo Buonauro, Primo Referendario







L'ESTENSORE IL PRESIDENTE






DEPOSITATA IN SEGRETERIA

Il 27/02/2009

(Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)

IL SEGRETARIO