Rifiuti.Reato di omessa bonifica dei siti inquinati
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Cass. Sez. III n. 46549 del 18 dicembre 2024 (CC 3 ott 2024)
Pres. Ramacci Est. Liberati Ric. Tim
Rifiuti.Reato di omessa bonifica dei siti inquinati
Il reato di omessa bonifica dei siti inquinati ha natura permanente e il relativo termine decorre dal momento dell'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dell'area e non dal precedente sequestro del sito inquinante, che non giova a far cessare la condotta antigiuridica
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Urbanistica.Ambito di applicazione dell'art. 35 TU
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Consiglio di Stato Sez. VII n. 9786 del 6 dicembre 2024
Urbanistica.Ambito di applicazione dell'art. 35 TU
L’art. 35, d.P.R. n. 380 n. 2001 va interpretato con particolare rigore, in quanto l’abuso, se commesso ai danni del suolo pubblico, risulta essere ancora più grave che se commesso illegittimamente su suolo privato. L’art. 35 citato, volto a tutelare le aree demaniali o di enti pubblici dalla costruzione di manufatti da parte di privati, configura un potere di rimozione che ha carattere vincolato, rispetto al quale non può assumere rilevanza l'approfondimento circa la concreta epoca di realizzazione dei manufatti e non è configurabile un affidamento tutelabile alla conservazione di una situazione di illecito permanente che il tempo non può legittimare in via di fatto. Infatti il provvedimento con cui viene ingiunta, sia pure tardivamente, la demolizione di un immobile abusivo, per la sua natura vincolata e rigidamente ancorata al ricorrere dei relativi presupposti in fatto e in diritto, non richiede motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse (diverse da quelle inerenti al ripristino della legittimità violata) che impongono la rimozione dell'abuso. Né il Comune è tenuto ad effettuare una valutazione comparata tra l'interesse privato e quello pubblico, al ripristino della legalità violata, e a darne conto con specifica motivazione.
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Rifiuti.Applicabilità art. 131-bis
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Cass. Sez. III n. 46231 del 16 dicembre 2024 (UP 14 nov 2024)
Pres. Ramacci Est. Scarcella Ric. Nesca
Rifiuti.Applicabilità art. 131-bis
Le condotte post delictum, ove normativamente imposte, anche se antecedenti al momento in cui è intervenuta condanna, in quanto solo anticipatorie di un effetto che sarebbe comunque conseguito ex lege, non rendono di particolare tenuità un’offesa che tale non era al momento della commissione del fatto, escludendo la riconoscibilità dell’art. 131-bis, cod. pen.(fattispecie relativa a bonifica dello stato dei luoghi a mezzo ditta specializzata)
Urbanistica.Distanza delle costruzioni dalle linee ferrate
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 9760 del 5 dicembre 2024
Urbanistica.Distanza delle costruzioni dalle linee ferrate
Dalla qualificazione come ferrovia ordinaria o metropolitana di un tratto di linea ferrata deriva la normativa applicabile, applicandosi, nel primo caso (ferrovia ordinaria), le distanze previste dall’art. 49 del d.P.R. n. 753 del 1980, mentre, nel caso in cui si tratti di una mera linea metropolitana urbana, le meno restrittive distanze previste dall’art. 51. L’art. 49, D.P.R. n. 753/1980, stabilisce che “lungo i tracciati delle linee ferroviarie è vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza, da misurarsi in proiezione orizzontale, minore di metri trenta dal limite della zona di occupazione della più vicina rotaia”. Il successivo art. 51 prevede che “lungo i tracciati delle tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terrestri su rotaia è vietato costruire, ricostruire o ampliare edifici o manufatti di qualsiasi specie ad una distanza minore di metri sei dalla più vicina rotaia, da misurarsi in proiezione orizzontale.”. L’art. 1 della legge n. 1042 del 1969 definisce “ferrovia metropolitana” quel “sistema di trasporto rapido di massa di alta capacità e frequenza, con sede propria, che può svolgersi nel territorio di un solo comune o di più comuni confinanti e comunque costituenti col comune più popolato un solo complesso urbano ovvero un unico comprensorio caratterizzato da insediamenti urbani, industriali e sociali comuni o interdipendenti”.
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Rifiuti.Attività di raccolta di veicoli fuori uso in assenza di autorizzazione
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Cass. Sez. III n. 46245 del 17 dicembre 2024 (UP 9 lug 2024)
Pres. Galterio Est. Gentili Ric. Fazzari
Rifiuti.Attività di raccolta di veicoli fuori uso in assenza di autorizzazione
L'attività di raccolta di veicoli fuori uso in assenza di autorizzazione è considerata tale da integrare la violazione dell'art. 256, comma primo, lettera b), del dlgs. n. 152 del 2006. La attribuzione a tale genere di rifiuti del predicato della pericolosità non necessita di particolari accertamenti, quando risulti, anche soltanto per le modalità di raccolta e deposito, che lo stesso non è stato sottoposto ad alcuna operazione finalizzata alla rimozione dei liquidi o delle altre componenti pericolose
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Beni culturali.Nozione di opera monumentale
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Consiglio di Stato Sez. III n. 9674 del 3 dicembre
Beni culturali. Nozione di opera monumentale
L’attributo di “monumentale” riferito ad una villa deve ragionevolmente ricomprendere l’intero complesso architettonico di cui essa è parte. Sarebbe invero illogico escludere da essa – e dunque dal vincolo che la riguarda – l’area prospiciente il fabbricato che contribuisce a rappresentare il significato storico-tradizionale dell’opera, che, anche nella sua percezione visiva, si presenta come un inscindibile unicum. A voler seguire una lettura restrittiva, invero, i proprietari sarebbero liberi di eseguire sulle aree, cortilizia e di accesso all’edificio, qualsivoglia intervento, compresi quelli che comportano l’utilizzo di materiali non tradizionali o comunque incompatibili con quelli di costruzione del palazzo, così come di adottare qualsivoglia soluzione architettonica per gli spazi circostanti, il che porterebbe un inevitabile svilimento dei valori culturali che vanno, al contrario, conservati e protetti.
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