Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Cass. Sez. III n. 38196 del 26 ottobre 2021 (CC 23 set 2021)
Pres. Petruzzellis Est. Ramacci Ric. PM in proc. Allegri
Rifiuti.materie fecali costituite da deiezioni da allevamento di cani
L'art. 185, comma 1, lett. f) d.lgs. 152\06 esclude dal novero dei rifiuti le materie fecali, se non contemplate dal successivo comma 2, lettera b) (che richiama i sottoprodotti di origine animale). La disposizione pone sostanzialmente l'accento sulla provenienza dei materiali elencati (ivi comprese, dunque, le materie fecali) dall'attività agricola e sulla loro successiva utilizzazione sempre con riguardo a detta attività. Le deiezioni derivanti da attività di allevamento, vendita e pensione di cani non possono quindi essere classificate se non come rifiuti ed essere soggette alla relativa disciplina.
Superbonus e stato legittimo degli immobili
di Massimo GRISANTI
TAR Campania (NA) Sez.II n. 6659 del 22 ottobre 2021
Urbanistica.Cessazione obbligo di demolizione
L'illecito sanzionato dall’art. 31 comma 4-bis citato è costituito dalla inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, la quale inizia con l'emanazione dell'ordinanza di demolizione e continua nel tempo fino a quando l'interessato (ovvero l'autorità amministrativa, in danno) non provveda ad eseguire il ripristino dello stato dei luoghi. Secondo tale prospettiva, è da escludere che l'obbligo dell'interessato di demolire si esaurisca e venga meno per effetto del decorso del termine di novanta giorni dall'ingiunzione, previsto dal comma 3 dell'art. 31, ai fini dell'acquisizione gratuita di diritto al patrimonio comunale delle opere abusive e dell'area di sedime, nonché dell'area di pertinenza preventivamente individuata ai sensi del comma 2. Infatti, nonostante la realizzazione ope legis dell'effetto acquisitivo, l'interessato permane nel possesso dei manufatti abusivi, e quindi nella disponibilità dei beni che formano oggetto dell'ordinanza di demolizione, almeno fino al momento dell'emanazione dell'atto ricognitivo che, ai sensi del comma 4, dichiara l'acquisizione del cespite al patrimonio comunale ai fini dell'immissione nel possesso e della trascrizione nei registri immobiliari. Del resto il carattere permanente dell'illecito, costituito dall'inottemperanza all'ingiunzione di demolizione, emerge in maniera lampante dal comma 4-quater del ripetuto art. 31, nel quale si prospetta il potere della Regione di "… stabilire che (le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal comma 4-bis) siano periodicamente reiterabili qualora permanga l'inottemperanza all'ordine di demolizione"
Cass. Sez. III n. 37858 del 21 ottobre 2021 (CC 10 set 2021)
Pres. Andreazza Est. Noviello Ric. Di Biase
Acque.Reflui provenienti da un sistema di lavaggio di parti meccaniche di veicoli all’interno di un’autofficina
Devono pacificamente ritenersi rientranti nella nozione di acque reflue industriali quelle provenienti e scaricate, come nella specie, dal sistema di lavaggio di parti meccaniche di veicoli gestiti all’interno di un’autofficina. Risulta irrilevante ai fini del reato di cui all’art. 137 comma 1 Dlgs. 152/06 l’analisi, conseguente a campionamento, della specifica composizione del refluo, una volta appuratane la natura industriale.
Corte di GIustizia (Ottava Sezione) 11 novembre 2021
«Rinvio pregiudiziale – Ambiente – Regolamento (CE) n. 1013/2006 – Spedizioni di rifiuti – Articolo 3, paragrafo 5, e articolo 11, paragrafo 1, lettera i) – Direttiva 2008/98/CE – Gestione dei rifiuti – Articolo 16 – Principi di autosufficienza e di prossimità – Decisione 2000/532/CE – Catalogo europeo dei rifiuti (CER) – Rifiuti urbani non differenziati sottoposti a un trattamento meccanico che non ne altera la natura»
TAR Lombardia (MI) Sez. II n.2334 del 22 ottobre 2021
Urbanistica.Misure di salvaguardia
Le misure di salvaguardia mirano a conservare l’assetto urbanistico del territorio per evitare che possano essere autorizzate, durante il procedimento di modifica del P.G.T., iniziative edificatorie incompatibili con la volontà del Comune di configurare in modo nuovo lo stesso territorio comunale. L’art. 12, comma 3 del DPR 380/2001 stabilisce, infatti, che “in caso di contrasto dell'intervento oggetto della domanda di permesso di costruire con le previsioni di strumenti urbanistici adottati, è sospesa ogni determinazione in ordine alla domanda. La misura di salvaguardia non ha efficacia decorsi tre anni dalla data di adozione dello strumento urbanistico, ovvero cinque anni nell'ipotesi in cui lo strumento urbanistico sia stato sottoposto all'amministrazione competente all'approvazione entro un anno dalla conclusione della fase di pubblicazione”. Il fondamento di tale norma è, quindi, da individuare nella necessità di contemperare l’esigenza di non alterare un territorio in fase di ripianificazione urbanistica e quella di non comprimere sine die l’aspettativa edificatoria del privato. L’applicazione di tale disposizione è riferita, dunque, agli interventi edilizi che siano ancora oggetto di valutazione da parte dell’Amministrazione comunale al momento dell’adozione del nuovo piano, non applicandosi le misure di salvaguardia anche ad interventi edilizi già autorizzati prima del sopravvenire del nuovo strumento urbanistico.
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