Ho visto cose..Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico”
recensione libro di Alberto Pierobon (con Alessandro Zardetto)
Ho visto cose..Tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico”
di Alberto Pierobon (con Alessandro Zardetto)
Ponte alle Grazie, Roma, maggio 2017 (in libreria dall’11 maggio)
«Che mestiere fai?» è questa la domanda che Alberto Pierobon si sente rivolgere più di frequente. Una domanda a cui risponde di solito con «il libero professionista». Ma Pierobon ha cavalcato diversi settori: è stato poliziotto, operaio e – prima che libero professionista e consulente – anche dirigente enti locali e manager pubblico. Dalla sala di regìa, ha potuto frequentare quella che chiama “l’Università dei criminali”, laddove i colletti bianchi si sporcano le mani ma non la reputazione. Una carriera durata vent’anni, quella nella pubblica amministrazione, prima di tirare i remi in barca e dedicarsi alle consulenze private, con la sorpresa di ritrovarsi nella stessa situazione di prima, se non peggio.Ho visto cose, scritto con la collaborazione del giornalista de Il Fatto quotidiano Alessandro Zardetto e pubblicato per Ponte alle Grazie (data di lancio 11 maggio 2017), è un viaggio nei gironi danteschi di un’Italia con il freno a mano tirato da una massa multiforme di lestofanti, faccendieri, manager pubblici e privati con stipendi da capogiro, sensali, arrivisti o veri e propri squali. Personaggi da opera buffa che succhiano il sangue rimasto a un Paese che arranca da dieci anni in una crisi che ha riempito le tasche a molti. In questo libro si passa dalla raccolta differenziata intrapresa come moda alla privatizzazione (o ri-pubblicizzazione) nella gestione dei servizi pubblici dove gli attori sono sempre gli stessi. Troviamo la mangiatoia dei contributi pubblici per bonifiche o progetti ambientali anche in iniziative estere, la gestione “allegra” dei rifiuti speciali o dei vestiti usati, il riciclaggio internazionale di denaro, i trucchi immobiliari, l’evasione fiscale e molto altro. Come l’autore stesso ha provato sulla sua pelle, a pagare per queste ruberie sono - molto spesso – non solo i contribuenti, ma anche chi si oppone al sistema, chi cerca di fare della legalità un principio che vada oltre la parola vuota. Questo per indifferenza, ma anche (e questo è molto più grave) per la compiacenza di chi dovrebbe controllare, ma anche giudicare. Alberto Pierobon ci accompagna per mano dietro le quinte dei teatrini all’italiana che si reggono in piedi a stento, eppure continuano con la loro sciatta programmazione a propinarci esempi di malcostume diffuso nel nome del business a tutti i costi. Ho visto cose è un libro alla portata di tutti, un racconto senza pathos né drammatizzazione (come se ce ne fosse bisogno). Storie vere, dove solamente i nomi e le date (per questioni di tutela legale) sono stati modificati. Un libro pensato per studenti e casalinghe, ma anche per i cosiddetti “tecnici” della materia, che troveranno una ricca appendice per approfondire i vari casi incontrati nei capitoli.
Alberto Pierobon – per sua natura più propenso a pubblicazioni di ambito prettamente scientifico – sforna un vero e proprio vademecum per decifrare il mondo reale in tutte le sue contraddizioni, evitando tuttavia di cadere nel banale, cercando di soffermarsi sugli aspetti psicologici di chi non può fare a meno di rubare, pur non avendone bisogno, e tentando di individuare la «retta via» che ci conduca finalmente fuori dalla selva oscura in cui sembriamo precipitati.
Leggendo queste pagine, una domanda viene spontanea (ed è la seconda domanda che Pierobon si sente rivolgere più di frequente): «Ma chi te lo fa fare?». Tradimenti, palate di fango, processi e campagne diffamatorie. È spesso vero che “l’occasione fa l’uomo ladro”, ma quando questo mantra non trova riscontro nel comportamento onesto di una persona… hic sunt leones. Le porte si chiudono, i presunti amici scompaiono. Guai a mettere in discussione lo status quo.
In un periodo in cui la libera informazione sembra essere messa sempre più spesso sotto attacco, Ho visto cose si propone come un’opera fondamentalmente coraggiosa, scritta con l’intento di contribuire a quella presa di coscienza che serpeggia nel Paese, ma che ha ancora bisogno di un incoraggiamento.
Gianluca Zanella
Capitoli del libro |
Casistiche o tematiche richiamate nel libro |
No money no party |
Come le società in house, le società dal comune e che svolgono servizi pubblici locali, si “costruiscono” contabilmente e con vari passaggi (affidamenti), utilizzando il denaro pubblico (contributi, sovvenzioni e tariffe) i loro utili, immagine di eccellenza manageriale, premialità, benefit e tanto altro |
Spartizione di ruoli |
Che funzione hanno i flussi di quanto riguarda (rifiuti, acqua, etc.) i servizi pubblici nella pianificazione e nella programmazione? Come pure nella costruzione di un sistema impiantistico, dei servizi e tariffario? Sono flussi di cose e di denaro che non sempre seguono i bisogni della utenza…. |
Le regole del cartello |
Gli affidamenti e le gare pubbliche. |
“Come mia figlia di cinque anni” |
Spesso il servizio pubblico e privato uguali sono. Nelle finalità, nei meccanismi, come… nell’appetito. Un po’ di esempi. |
Cooperative sociali |
Come si utilizzano nei servizi pubblici le onlus e le cooperative: non solo per creare occupazione e consenso… |
Mettiamoci una toppa |
Le “perdite” nel servizio acquedotto. |
Autocertificazioni |
Documenti e fonti diverse per dichiarare lo stato delle perdite acquedottistiche. Troppi dati o poca qualità di dati? O che altro? |
Vento di rivoluzione |
Sulla difficoltà di fare fino in fondo il proprio dovere, da soli e abbandonati, in un sistema collusivo dove le persone e le lobbies rimangono sempre le stesse. E i comuni stanno ipocriticamente a guardare…la giustizia dov’è? |
L’odissea degli autonomi |
Il vero recuperatore degli imballaggi è chi va a riprenderseli dai propri clienti, quando essi diventano rifiuti. Nell’effettivo riciclaggio o recupero: il resto sono chiacchiere. |
Tariffe vampire |
Paradossi tariffari (es. rifiuti) e vessazioni sulle piccole utenze. L’assurdità di talune tariffe “a contatore” che si pagano come possibilità di utilizzo. Ho il contenitore ma non metto rifiuti e mi fai pagare un corrispettivo? Come si creano nelle società pubbliche o private dei “tesoretti” tariffari, nei loro bilanci, grazie all’omeopatia e alla serialità delle tariffe. Tanto è Pantalone che paga! La cosmetica contabile anche nelle bollette. |
Business dei rottami |
Il meccanismo del reverse charge. |
Addensatore si, addensatore no |
I materiali ferrosi (rottami, scarti, rifiuti, etc.) tra produttori, commercianti, intermediari, impianti di comodo e impianti finali: cosa può succedere? Un mondo alla rovescia. |
Ambulanti e alchimisti |
Ambulanti (e non solo): sbiancare soldi e rifiuti, inventandosi anche gli uomini. |
Il magico mondo dei RAEE |
I rifiuti delle apparecchiature elettroniche ed elettriche nel sistema gestionale italiano: tra contabilità e trasparenza più o meno attendibile… o artefatta. |
Quanto va di moda la raccolta differenziata! |
La prevenzione o che altro nella raccolta differenziata? Contabilità creative? Le strategie fatte a tavolino nel pensare a un sistema di gestione integrato per un ambito ottimale. Raccolta differenziata o taroccata? Mucchi selvaggi di rifiuti che si mischiano tra quartieri, contenitori e comuni. E io pago! Saltando gli scalini (soglie) della bontà merceologica si ricavano più soldi o meno? Dipende! |
Bancomat di rifiuti |
Le apparecchiature che saltano la raccolta: tra bringsystem e giochetti imprenditoriali. Una novità che ancora va migliorata come idea e disciplina. Intanto…non mancano i soliti furboni. |
Cambiare la governance |
Non basta cambiare i meccanismi e le procedure: bensì il sistema decisionale, di potere e le persone. E’ proprio impossibile? |
Miscelazione di rifiuti |
Hots-spot tra cementifici e inceneritori italiani ed esteri: anche qui sta il movimento internazionale di rifiuti pericolosi. Con paesi canaglia e controlli sempliciotti. |
Il potere calorifico |
Un sistema pubblico delittuoso che cerca di spostare i rifiuti che sono recuperabili dalle discariche ad altri impianti, ma senza un vero merito e decisionismo, per incentivare chi? |
Castelli di sabbia e tutti al mare |
La sabbia marina utilizzata per l’edilizia e per rimpolpare, assieme ai rifiuti da demolizione e inerti, le nostre spiagge. E intanto, noi e i nostri figli… respiriamo! |
Rifiuti spiaggiati |
Le alghe spiaggiate sono veramente recuperabili o qualcuno preferisce con esse alimentare gli impianti pubblici dello smaltimento. La scusa è l’autosufficienza bacinale? |
Indumenti usati |
Il traffico degli indumenti usati, tra i contenitori pubblici svuotati dalle cooperative o appaltatori incaricati, che poi arrivano alle bancarelle dei paesi poveri. Ma quanto pagano per questi stracci gli “ultimi della terra”? E quanto paghiamo noi? Chi ci guadagna insomma? |
Interpretazioni differenti |
Polverizzando e spruzzando i rifiuti scomodi su quelli visibili, mi libero da un problema, prendendo soldi, anziché pagare il corretto eco-trattamento. L’acciaio dalla Lombardia alla Cina, tramite Singapore? Si, ma…. Casistiche spicciole (ma sintomatiche) nelle spedizioni transfrontaliere. |
Triangolazioni |
Che caos sono mai queste triangolazioni, quadrangolazioni, pentagolazioni? Una geometria variabile! Il lavaggio di imposta. |
Beffare il pubblico |
Cambiano i costi e i ricavi, nonché i risultati con il piano economico finanziario e tanto altro. I conti se torturati abbastanza confessano quel che vogliamo! Qualcuno deve pagare la differenza delle inefficienze gestionali scaricando conguagli e anticipi (non solo nei consuntivi) sull’utenza o no? Future, spot e finanza. Sempre e ancora! |
Il Pef come un salvagente |
I piani economici finanziari diventano uno strumento per fare quello che si vuole, a favore di chi si vuole o dello “spolpamento” erariale. Evviva! |
Hic sunt leones |
Ipotesi di truffe dell’appaltatore che svolge il proprio servizio pubblico per più comuni e utenze. Come guadagnare più volte (grazie al contratto tra il comune e il gestore) con una unica truffa pensata su più fronti. Il molteplice nell’Uno! |
Subcommissario |
Sull’esperienza di subcommissario alla raccolta differenziata in Campania: per le istituzioni chi è “incondizionato” rimane un marziano …. Insomma “sei gradito se sei funzionale a un disegno, se sei incondizionato sei “out”. |
Gioco di specchi |
Brigantaggio legale nella gestione emergenziale? Tradimenti e collusioni dappertutto. Ma è proprio cosi? |
L’inferno di Korogocho Puzza di tangenti |
La discarica Dandora-Korogocho a Nairobi (Kenya) progetto di bonifica con soldi pubblici italiani. Maddai?! Come surfare nei contratti e con le banche (estero e italia uguali sono). Quel sistema del Protocollo di Kyoto non è forse da rivedere? |
Furbizie dirigenziali |
Gli Houdini dei rifiuti nei supermercati, nelle GDO e nelle grandi organizzazioni. E tutti sono managers e consulenti di eccellenza? Ma, fatemi il piacere! |
Business di guerra |
Un esempio di affari immobiliari nei paesi dell’Est europa, …già terreno di conquista della mala, ora pure di italioti arraffoni…. |
Eludere il fisco |
Operazioni fiduciarie per immobili, affari e altro. Tutto quello che avreste voluto sapere e nessuno vuole ancora dirvi…. Paradisi fiscali per fregare il fisco. |
Professione: spallone |
Chi porta (e come) il denaro “nero” all’estero? |
Con noi o contro di noi |
A nostra insaputa: come i sensali immobiliari fanno (i loro grandi) affari…bugie e teatrini… mentre la gente non riesce a comprarsi nemmeno una stamberga. |
Un grandioso futuro con l’Ebitda |
Con l’Ebitda gli imprenditori si comprano il loro futuro, vendendo l’azienda, comprando, spostando finanziamenti e così via. Ci guadagnano anche consulenti e ….. |
Pirateria industriale |
I rischi dell’Ebitda: un cavallo di Troia per i manigoldi? |
Attenti a quei due |
Come va l’Italia nella gestione familistica di enti o aziende pubbliche, nella spudorata connivenza istituzionale (anche dei servitori dello stato depistati), con una “corte dei miracoli” di professionisti proni e pronti a tutto. |