Urbanistica. Violazione distanze legali tra fabbricati
La concessione edilizia rilasciata in violazione sulle distanze legali tra fabbricati investe anche un rapporto pubblicistico con l’Ente territoriale a tutela di una posizione di interesse legittimo
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia
Sezione di Lecce – Sez. III
Composto da:
Luigi COSTANTINI Presidente
Luigi VIOLA Componente
Silvio LOMAZZI Componente
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
sul ricorso n. 141 del 2005 proposto da Nobile Nicolina,
rappresentata e difesa dall’avv. Vincenzo Napolitano con domicilio eletto in Lecce al v.le Rossini n. 82;
CONTRO
il comune di Galatina, rappresentato e difeso dagli avv.ti Elvira Anna Pa-sanisi e Patrizia Russo;
e nei confronti di
Gaballo Pietro e Presicce Giuseppa, rappresentati e difesi dall’avv. Giu-seppe Romano;
per l’annullamento
- del permesso di costruire n. 185/04 rilasciato dal Comune di Galatina il 26/11/04 in favore dei sigg. Gaballo Pietro e Presicce Giuseppa;
- del silenzio-rifiuto formatosi in relazione alla richiesta di revoca del pre-detto provvedimento;
- di ogni altro atto comunque presupposto, connesso e/o conseguenziale, nonché per la condanna del Comune di Galatina al risarcimento dei dan-ni.
Visto il ricorso con i relativi allegati.
Viste le memorie prodotte dalle parti a sostegno delle rispettive difese.
Visti gli atti tutti della causa.
Udita alla pubblica udienza del 24/05/2007, la relazione del cons. Luigi Costantini e uditi, altresì, i difensori delle parti come da verbale d’udienza.
Ritenuto in fatto e in diritto quanto segue:
FATTO
In data 26/11/04 veniva rilasciato in favore dei sigg. Gaballo e Presicce il permesso di costruire n. 185/04 per la ristrutturazione e l’ampliamento di un fabbricato ad uso di civile abitazione, sito in Galatina alla via Tasso.
Ciò stante, prevedendo l’intervento costruttivo la realizzazione di un vano tecnico a distanza di m. 1,50 dalla parete di un preesistente vano abita-bile di proprietà della sig. Nobile Nicolina, quest’ultima, con racc. del 14/2/04 domandava all’Amministrazione comunale la revoca del titolo e-dilizio per violazione delle distanze minime stabilite dallo strumento ur-banistico vigente.
Non avendo l’Amministrazione assunto alcuna determinazione in merito, la sig. Nobile propone il presente ricorso con il quale, nel formulare le ri-chieste specificate in premessa, deduce:
- eccesso di potere e violazione di legge in relazione del P.R.G del Comu-ne di Galatina e nello specifico delle N.T.A del piano particolareggiato “Rione Italia”;
- violazione di legge ed eccesso di potere per falsità o comunque per er-roneità manifesta dei presupposti;
- violazione dell’art. 873 c.c;
- violazione dell’art. 2 L. n. 241/90; violazione del principio di diligenza, correttezza e buon andamento della P.A nei rapporti con il cittadino;
Si sono costituiti in giudizio il comune di Galatina ed i controinteressati sigg. Gabello e Presicce i quali contestano quanto ex adverso dedotto e chiedono che il ricorso sia rigettato perchè infondato nel merito.
All’udienza pubblica del 24/5/2007, sulle conclusioni dei difensori delle parti, la causa è stata ritenuta per la decisione.
DIRITTO
Il ricorso è fondato.
Non è dubbio che l’intervento costruttivo proposto dai sigg. Gaballo e Presicce, assentito dal comune di Galatina, comporti la realizzazione di un corpo di fabbrica a distanza inferiore di mt. 3 dalla parete di un pree-sistente vano abitabile di proprietà della ricorrente.
E’ noto altresì che l’art. 873 c.c. “ha la finalità d’impedire la formazione di intercapedini anguste ed insalubri tra costruzioni fronteggiatesi, prescri-vendo che tali costruzioni, ove non siano unite o aderenti, debbono esse-re tra loro distanti non meno di tre metri, salva una distanza maggiore disposta dai regolamenti locali” (C. Cass. II sez. 6/3/02 n. 3199).
Ciò stante la ricorrente, nel contestare la legittimità del provvedimento impugnato, sostanzialmente sostiene che nella fattispecie oltre al manca-to rispetto della suindicata norma civilistica, sarebbero state violate le stesse N.T.A. del P.R.G in virtù delle quali, in presenza di pareti finestra-te, dovrebbe essere osservata la maggiore distanza di sei metri.
Tale violazione non si sarebbe invece realizzata ad avviso dei resistenti sia perchè l’opera edilizia in questione, costituendo un volume tecnico, “può considerarsi escluso dagli standars urbanistici quali volumetria e di-stacchi dagli edifici”, sia perché, trovandosi l’edificio della ricorrente alla reale distanza di mt. 1,35 dal confine, sarebbe consentita la costruzione in aderenza.
Orbene per quanto riguarda il primo profilo occorre rilevare che, quan-tunque il vano tecnico (nella specie esteso circa m.q 10 ed alto mt. 2,40) partecipi di un regime differenziato, nel senso che esso può essere porta-to in aggiunta alla volumetria massima realizzabile in fase di progettazio-ne dell’immobile (T.A.R Lazio II sez. 21/6/04 n. 6016; Cons. St. V sez. 23/3/91 n. 329), ciò non significa che il regime derogatorio riguardi an-che il distacco degli edifici.
Va da sé infatti che la realizzazione di vani tecnici a distanza minore da quella normativamente prevista (tenuto conto delle pur sempre significa-tive dimensioni) inevitabilmente comprometterebbe il raggiungimento delle finalità perseguite dalle su indicate regole in materia di distanza tra edifici.
Per quanto riguarda poi la rilevata violazione delle distanze ad opera del-la ricorrente la quale avrebbe edificato, secondo quanto riferiscono i con-trointeressati, a mt. 1,35 dal confine, appare evidente come tale circo-stanza non sia tale da giustificare l’attività edificatoria in contestazione, bensì atta eventualmente a determinare i meccanismi previsti dall’art. 875 del c.c. in tema di comunione forzosa del muro che non è sul confi-ne.
Occorre infine osservare che l’obbligo del rispetto della distanza minima assoluta tra edifici (nel caso di specie imposto anche da norme regola-mentari) è inderogabile anche per la P.A preposta al rilascio della conces-sione edilizia (C.G.R.S 17/5/2000 n. 240).
Sicchè, ferma restando la possibilità per l’interessato di tutelare innanzi al giudice ordinario il diritto leso dalla esecuzione di opere edilizie non conformi alle prescrizioni di legge o degli strumenti urbanistici (Cass. SS. UU. 12/6/99 n. 333), deve comunque riconoscersi altresì legittima la rea-zione giurisdizionale in sede amministrativa, posto che la concessione e-dilizia rilasciata in violazione sulle distanze legali tra fabbricati investe anche un rapporto pubblicistico con l’Ente territoriale a tutela di una posi-zione di interesse legittimo (Cons. St. V sez. 13/1/04 n. 46).
Il ricorso pertanto merita accoglimento, mentre ricorrono valide ragioni per ritenere integralmente compensate tra le parti le spese di giudizio.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, III Sezione – Lecce
Accoglie il ricorso specificato in epigrafe.
Spese compensate.
Ordina che la presente decisione sia eseguita dall’Autorità Amministrati-va.
Così deciso in Lecce, nella Camera di Consiglio del 24/5/2007.
Pres. ed Est. Dott. Luigi COSTANTINI
Reg. Sent: 2/2008
Reg. Ric.: 141/05
Pubblicato mediante deposito
in Segreteria il 3.1.2008